Ripristini ambientali, conclusione ma anche obiettivo

Le cave dismesse rappresentano un’opportunità per la ditta Vaccari di dimostrare il proprio impegno verso la conservazione dell’ambiente e la tutela del territorio. Attraverso un adeguato piano di ripristino, è possibile restituire a queste aree un valore ecologico e paesaggistico, mitigando gli impatti che l’estrazione ha avuto in passato.

Il ripristino delle cave dismesse comporta una serie di azioni mirate a restituire alla natura equilibrio e bellezza. Ciò implica la bonifica del terreno, la rimozione di strutture obsolete, la messa in atto di interventi di rimboschimento e la creazione di habitat per la fauna. Attraverso il ripristino delle cave dismesse, la ditta Vaccari può creare nuove aree verdi e spazi pubblici accessibili alla comunità locale.

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Altavilla Vicentina

Recupero a parco urbano.

La cava “Tovo” di Altavilla Vicentina nasce nella prima metà del ventesimo secolo e venne acquisita dalla nostra Azienda nei primi anni ‘70. Era dotata di grandi impianti per la frantumazione e la selezione della roccia e di uno scalo ferroviario di proprietà che permetteva il carico dei treni direttamente dai silos di accumulo del pietriscone ferroviario (“ballast”). Dismessa, alla fine degli anni ‘90 la nostra azienda realizza un parco urbano con laghetto, percorso pedonale ad anello e aree di sosta dotate di panchine. Il parco è gestito dell’Amministrazione Comunale.
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Carmignano di Brenta

Recupero per fini agricoli.

Il grande sviluppo urbano di Padova è stato possibile grazie ai materiali estratti dal fiume Brenta e dalle aree circostanti a partire dagli anni ‘50. La nostra azienda era proprietaria dello stabilimento prossimo al ponte di Fontaniva. A monte degli stabilimenti si trovavano le cave che alla fine degli anni ‘80 sono state ricondotte all’uso agricolo grazie ad una trasformazione morfologica che le ha rese completamente accessibili ai mezzi agricoli.

Gambellara

Recupero a parco pubblico.

La cava “San Marco” di Gambellara (Vicenza) nasce alla fine del’800. Acquisita negli anni ‘50 inizia l’industrializzazione dell’attività estrattiva con l’adozione di macchine da scavo idrauliche e l’abbandono dell’esplosivo. Era dotata di grandi impianti per la frantumazione e la selezione della roccia necessaria a produrre il “ballast” ferroviario destinato alla costruzione e manutenzione della rete ferroviaria italiana. Dismessa l’attività estrattiva, nei primi anni ‘90 si completò il recupero morfologico con la progettazione di un teatro all’aperto, un “percorso vita” e spazi di aggregazione sociale gestiti dall’Amministrazione Comunale. Nel recupero va notata la sezione del giacimento basaltico a struttura colonnare lasciata sul posto a documentare la geologia del luogo.

Marostica

Recupero a fine paesaggistico.

La cava Monte Gloso nasce negli anni ‘50 per produrre basalto per la costruzione e la manutenzione delle ferrotramvie locali. Alla fine degli anni ‘80 la cava viene acquistata dalla nostra Azienda che ne sviluppa la produzione anche per la produzione di asfalti drenanti e prodotti industriali. In precedenza la produzione consisteva solo di ballast ferroviario che veniva caricato su carri presso la stazione di Bassano del Grappa. Il coefficiente Los Angeles era 10,15%, il migliore d’Italia (cfr “La tecnica professionale, collegio ingegneri ferroviari italiani”, luglio 1986). Nel 1997 la Regione Veneto autorizzò l’ultimo progetto di sfruttamento e recupero ad usi forestali. Il progetto, a firma del Prof. Ing. Pietro Balestrazzi, espresse un percorso di collaborazione con l’Università di Bologna ed in particolare con il Professor Paolo Berry. Nel 2007 si è così conclusa la vita mineraria di Monte Gloso; oggi il luogo è caratterizzato da una bella foresta abitata da caprioli, scoiattoli, volpi, lepri e cinghiali.